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Gli studi internazionali premiano la ricerca italiana sulla BPCO: è di Chiesi la prima tripla associazione fissa extrafine ICS/LABA/LAMA in un unico inalatore, altamente efficace e facile da usare

Data: 27/05/2016
  • Chiesi è la prima azienda a concludere 2 studi clinici multicentrici a lungo termine su una tripla associazione fissa extrafine per la BPCO

  • I risultati preliminari dei due studi di 12 mesi dimostrano che la tripla associazione fissa extrafine di Chiesi incrementa la funzionalità polmonare, riduce le riacutizzazioni e migliora la qualità della vita
     
  • Chiesi è anche la prima azienda a sviluppare una tripla associazione fissa extrafine con tre principi attivi erogati da un unico inalatore, con molteplici benefici per i pazienti, tra cui una terapia più semplice e una migliore aderenza al trattamento

 

Parma, 20 maggio 2016 - Chiesi Farmaceutici ha annunciato oggi il completamento di due studi clinici multicentrici condotti con la sua tripla associazione fissa extrafine ICS/LABA/LAMA, somministrata in un unico inalatore, per il trattamento della Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO). La BPCO è una malattia progressiva che ostruisce le grandi e le piccole vie aeree e che porta a una riduzione della funzionalità polmonare causando un peggioramento della qualità della vita e il rischio di riacutizzazioni. I pazienti con BPCO moderata e severa sono particolarmente soggetti a questi episodi acuti, la cui frequenza aumenta con l’aggravarsi della malattia.

 

La tripla associazione fissa extrafine di Chiesi contiene, in un unico inalatore, tre principi attivi: il corticosteroide antinfiammatorio per via inalatoria (ICS) beclometasone e due broncodilatatori: l’agonista β2 a lunga durata d’azione (LABA) formoterolo e l’antagonista muscarinico a lunga durata d’azione (LAMA) glicopirronio.

 

I due studi registrativi appena conclusi, condotti in parallelo per 12 mesi su oltre 4000 pazienti, hanno dimostrato l’elevata efficacia della tripla associazione fissa extrafine di Chiesi, somministrata in un unico inalatore, rispetto sia al LAMA sia agli ICS/LABA (terapie standard nella BPCO). La tripla combinazione è infatti in grado di ridurre di oltre il 20% la frequenza annua di riacutizzazioni, ridurre significativamente la dispnea e migliorare la funzionalità polmonare, mantenendo al tempo stesso un buon profilo di sicurezza. Questi risultati positivi sono molto ben rappresentati dal significativo miglioramento della qualità della vita dei pazienti, misurata attraverso il punteggio del St. George’s Respiratory Questionnaire.

 

Abbiamo potuto osservare, per la prima volta, l’efficacia della tripla terapia sulle riacutizzazioni, a dimostrazione dei sostanziali benefici che potrà generare, in futuro, il passaggio alla tripla terapia dei pazienti con BPCO”, ha commentato Dave Singh, professore di Farmacologia Clinica e Medicina Respiratoria all’Università di Manchester e Responsabile scientifico di uno degli studi. “Questi studi hanno inoltre dimostrato un effetto continuativo della terapia con la tripla associazione fissa extrafine in diversi parametri, incluse le riacutizzazioni, la funzionalità polmonare e la qualità della vita.

 

Jørgen Vestbo, professore presso l’Università di Manchester e Responsabile scientifico di uno dei due studi, ha aggiunto: “Siamo lieti di constatare che la tripla terapia è sicura ed efficace e che i risultati si sono rivelati così superiori – probabilmente anche oltre le nostre aspettative”.

 

L’aderenza alla terapia svolge un ruolo fondamentale nella gestione della malattia. Oggi, oltre il 70% dei pazienti con BPCO non segue correttamente la terapia e questo è spesso dovuto all’utilizzo di più inalatori in contemporanea.

 

L’aderenza nei pazienti affetti da BPCO potrà essere migliorata grazie alla tripla associazione fissa extrafine sviluppata da Chiesi, come sottolinea Paolo Chiesi, Vice Presidente e Responsabile Ricerca e Sviluppo di Chiesi: “La superiore efficacia nel migliorare la funzionalità polmonare, i sintomi e la qualità della vita, e nel ridurre le riacutizzazioni di BPCO rispetto alla monoterapia o alla doppia associazione a dose fissa, dimostrano che la tripla associazione fissa extrafine rappresenta un sostanziale passo avanti nella terapia di questa grave patologia. Inoltre, l’uso di un unico inalatore non potrà che favorire una maggiore aderenza al trattamento. Per quanto riguarda le procedure regolatorie, stiamo rispettando il calendario che prevede la sottomissione del dossier entro il IV trimestre di quest’anno”.

 

 

Chiesi Farmaceutici

Chiesi Farmaceutici è un gruppo internazionale orientato alla ricerca, con oltre 80 anni di esperienza e con sede a Parma. Chiesi ricerca, sviluppa e commercializza farmaci innovativi nelle aree terapeutiche respiratoria, neonatologia, malattie rare e della medicina specialistica. Nel 2015 l’azienda ha realizzato un fatturato di oltre 1,46 miliardi di Euro, in crescita del 9,4% rispetto al 2014. Il Centro Ricerche di Parma, i laboratori di Parigi (Francia), Cary (USA), Chippenham (UK) e il team di R&S della controllata Zymenex (Svezia e Danimarca) collaborano ai programmi pre-clinici, clinici e registrativi del Gruppo. Chiesi impiega oltre 4500 persone, 560 delle quali dedicate ad attività di ricerca e sviluppo.

 

 

LA BPCO

La BPCO è una malattia respiratoria caratterizzata da una persistente ostruzione bronchiale, associata a un aumento della risposta infiammatoria cronica delle vie aeree a particelle o gas nocivi. I classici sintomi associati alla BPCO sono: dispnea, tosse cronica ed espettorato cronico. In alcuni casi potrebbe verificarsi un peggioramento acuto di questi sintomi, con conseguente insorgenza di riacutizzazioni. L’ostruzione bronchiale nei pazienti con BPCO è caratterizzata da un doppio meccanismo: da un lato può verificarsi un’infiammazione delle piccole vie aeree, insieme all’ispessimento delle pareti delle vie aeree stesse e ad un aumento della resistenza del flusso d’aria; dall’altro, può aver luogo una progressiva distruzione del parenchima polmonare (enfisema), associata alla perdita di retrazione elastica del polmone. È importante sottolineare che i due meccanismi possono coesistere e provocare una riduzione del flusso d’aria globale attraverso i polmoni.